Le stronzate

Il giuddetto stronzo qualunque

Per sbaglio – per sbaglio! – ho ascoltato il brevissimo intervento “contro la guerra” di questo tizio della foto qui sopra (da qui in poi “lo stronzo”) che fa Le Iene (programma che in effetti odio in quanto fonte di disinformazione ignorante; e c’è più gusto ad essere italiano).

Ecco la trascrizione di alcuni passaggi della sua lectio magistralis:

Come cazzo è possibile che gli uomini tra cui io dall’alba dei tempi siano ossessionati dalle dimensioni del proprio pene e hanno deciso di investire risorse incalcolabili in strumenti che uccidono gli altri uomini, anziché in strumenti che aumentano le dimensioni del proprio pene!

Applausi registrati scroscianti (ha detto pene). Ma continua:

[…] trapiantarci la minchia di un pony“.

Applausi registrati (ha detto minchia di un pony).

Ma continua, e qui la parte peggiore di tutte, quella grave:

[…] io dico meno missili e più nerchie di capodoglio!

Sono le mie tasse ci voglio fare letteralmente quel cazzo che voglio

(che chiusa. Applausi scroscianti).

Ecco, al di là delle volgarità (a qualcuno piace caldo), è evidente che lo stronzo non abbia capito molto cosa siano le tasse. No, non sono le tue tasse, e no, non ci fai quel cazzo che vuoi. Sono le tasse che tu paghi (le paghi, vero?) come tutti noi, e con le quali si fa ciò di cui c’è bisogno. Che non è necessariamente né probabilmete il modo in cui li spenderesti tu, stronzo. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di farle le tasse.

La faccia con cui lo stronzo chiude il monologo, a metà fra il compiaciuto smascellante e il somaro, dice tutto.

Ah, tra l’latro: suggerisco che lo stronzo se ne facesse una ragione che ha un pene in mezzo alle gambe, no?

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